Il laterale sinistro potrebbe non essere un punto fisso nel nuovo 4-3-1-2 di Vincenzo Vivarini.
Contro il Bisceglie è andato in panchina, complice un affaticamento muscolare. Ma la domanda è lecita: con un Bari che cambia pelle e si sposta verso il 4-3-1-2 che cosa accadrà a Filippo Costa? Il mancino veneto è un valore aggiunto per i galletti, tuttavia rende più da laterale a tutta fascia (non a caso è stato tra i migliori interpreti del 3-5-2) che da terzino puro, posizione che gli spetterebbe nel nuovo assetto tattico. “E’ giusto che il mister cerchi la soluzione più idonea a far punti”, racconta Costa ai microfoni di Telebari. “E’ scontato che questo modulo potrebbe minare la mia titolarità e se non gioco, ci può stare che girino le scatole. Ma tocca soltanto a me convincere l’allenatore a scegliermi. E se non dovesse essere così, non farò polemiche, ma lavorerò ancora più duramente per recuperare terreno. Adesso bisogna soltanto raccogliere più punti possibili. La partita di domenica a Pagani è complessa, ma dobbiamo assolutamente vincere”.
Costa svela qualche retroscena del suo trasferimento a Bari e della sua amicizia con Antenucci. “In estate ero un po’ perplesso. Bari rappresenta la mia prima esperienza al Sud: non sapevo come mi sarei trovato. Invece, ora ogni dubbio è sparito: qui sto bene e voglio vincere con la maglia biancorossa. Condividere quest’esperienza con Antenucci è meraviglioso: Mirco è un amico vero. Abbiamo legato ai tempi della Spal e, nonostante quasi dieci anni di differenza d’età, siamo in grande sintonia”.