Aldo Serena presenta la propria autobiografia e si racconta al Corriere del Mezzogiorno
IL BARI – «Nella stagione 1979/80, con la maglia del Como, vinsi 2-0 contro il Bari e in quella circostanza conobbi Regalia (all’epoca ds dei biancorossi, ndr). Nei suoi occhi intravidi un lampo e quando arrivai a Bari non a caso mi parlò di un’amichevole di qualche anno prima tra Bari e Inter, in cui gli ero piaciuto. Si era segnato il mio nome e, tempo dopo, decise di prendermi”.
LA CITTA’ – “A Bari devo tanto. Quando arrivai lì ero un ragazzo di campagna, introverso, poco consapevole di cosa fosse davvero il calcio. Tornai a Milano molto più aperto, con maggiori capacità di comunicazione, decisamente più intraprendente. Bari d’altronde è la città del commercio, una città apertissima”.
IL PRESENTE – “Mignani è un allenatore concreto, sa quel che vuole. È un pragmatico, non fa parte della nouvelle vague dei giochisti, ma non è nemmeno vecchio stampo. Ecco, incarna la mia filosofia e mette i giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. Mi piace”.
Che ricordi, mitico quando venne a Bari, era giovanissimo, lo chiamavamo l’ascensore perché quando andava in elevazione, non ce n’era nessuno.