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Lewandowski e la maledizione nazionale

Il cannoniere del Bayern Monaco si congeda ancora troppo presto da una competizione per selezioni nazionali.

Il secondo marcatore di sempre della Bundesliga dopo Gerd Muller, per anni ariete offensivo delle vittorie del Bayern , manca l’appuntamento con un’adeguata soddisfazione con la sua Nazionale. La Polonia esce mestamente dal Girone E guadagnando solo un punto. Dopo la sconfitta all’esordio contro la Slovacchia, decisa da un gol di Skriniar, i polacchi si sono rialzati pareggiando con la Spagna, ma nel match decisivo contro la Svezia, prima nel girone, non è bastato il miglior Lewa. Le intuizioni di Kulusevski hanno propiziato la doppietta di Forsberg e il gol finale di Claesson. Nel mezzo, c’è stata la fiammata europea (rischia di essere l’unica) di uno dei più forti centravanti al mondo. Lewandowski ha firmato anch’egli una splendida doppietta. Da brividi il primo gol, un destro all’interno a mirare e trovare l’incrocio dei pali sul palo lontano, da numero 9 vecchia scuola il secondo, stop e battuta in porta ad anticipare l’uscita di Olsen.

Robert Lewandowski lascia anzitempo gli Europei dopo le 3 reti messe a segno e, a 32 anni, resta ancora senza un sorriso con la propria nazionale. Non porta a nulla neanche l’inzuccata in occasione dell’1-1 con la Spagna, gol che sembrava cambiare la storia della squadra allenata da Paulo Sousa. La delusione è doppia per la portata del girone, non impossibile. Ancora una volta la Polonia tradisce le aspettative e manca una sufficiente legittimazione internazionale. La nazionale biancorossa delude ancora dopo i Mondiali 2018: in Russia, la Polonia, da testa di serie, uscì ai gironi dopo un’ottima pescata con Colombia, Giappone e Senegal. Anche lì l’inizio fu ad handicap (sconfitta col Senegal) e solo la vittoria nell’ultimo turno coi nipponici, qualificati, schiodò lo 0 in classifica. Lì il rimpianto fu doppio per Robert, incapace di segnare un gol nella fase finale di un mondiale.

 

Agli Europei, Lewa si era già sbloccato all’esordio (Polonia-Grecia 1-1 di Euro 2012), bissando ai Quarti di Francia 2016, dove la Polonia uscì ai rigori contro il Portogallo poi campione. Quel risultato aumentò l’interesse dell’Europa e del mondo verso la nazionale di Varsavia, divenuta poi una delusione nel mentre Lewandowski segnava 40 gol a stagione. Il picco, di 55 reti, è arrivato nel 2019/2020, anno del Triplete del Bayern dopo la ripresa del calcio post-Covid. Anche questo fatto rappresenta un piccolo rimpianto per Lewandowski, che difficilmente non avrebbe ricevuto il Pallone d’Oro, non assegnato da France Football, dopo in rendimento mostruoso della scorsa stagione.

Il rammarico più fastidioso per Lewa, acuito a Euro 2020, resterà la mancata soddisfazione regalata al suo paese. Per le strade di Varsavia e Cracovia è difficile non imbattersi in pubblicità con il bomber testimonial, segno della forte identificazione dell’intero movimento calcistico polacco nella cifra realizzativa di Lewa. I suo gol agli Europei sono “soltanto” cinque. Il tentativo, l’ennesimo, di riscatto passerà per la ricerca di un posto ai mondiali in Qatar dell’anno prossimo.

 

 

 

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