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ESCLUSIVA – Romizi: “Il mio Bisceglie crede nella salvezza, a Bari i momenti migliori della carriera. Tifosi, sostenete la squadra”

Il centrocampista nerazzurro, 154 presenze e 4 gol in maglia biancorossa, racconta in esclusiva ai nostri microfoni le emozioni che precedono il suo ritorno al “San Nicola”

Marco Romizi si racconta in esclusiva tra le pagine del nostro sito. Il centrocampista del Bisceglie, prossimo avversario del Bari nell’ultima giornata della regular season, sarà tra i principali protagonisti della sfida del “San Nicola”. Occhi puntati, in particolar modo, sul cammino della squadra nerazzurra, sui bei ricordi in biancorosso e sulla non felice attualità nel capoluogo pugliese.

Sei punti in tre partite dal momento del ritorno di Bucaro in panchina: cosa è cambiato nelle ultime settimane a Bisceglie?

“Sicuramente la nostra è una squadra che ha saputo lavorare bene con entrambi gli staff. Io sono arrivato con mister Bucaro in panchina, ho vissuto in pieno i due mesi nei quali c’è stato Papagni e ora ho ritrovato Bucaro. Sappiamo l’obiettivo con il quale la rosa è stata costruita, possiamo dire che siamo in linea con quell’obiettivo. Quando c’è un cambio di allenatore, ci era successo anche con lo stesso Papagni, è naturale che arrivi una scossa. Questa scossa ci ha portato ad arrivare all’ultima partita con la speranza di scavalcare la Paganese al terz’ultimo posto, primo traguardo importante perché ci consentirebbe di avere due risultati su tre a disposizione ai playout”.

A prescindere dal posizionamento finale in regular season, credi che la salvezza sia un obiettivo alla vostra portata?

“Credo che ce la si possa fare, credo che la nostra squadra abbia sempre voluto giocare e proporre qualcosa, sfida di ritorno con la stessa Paganese a parte. Il vantaggio del doppio risultato ai playout resta un vantaggio, ma comunque non è decisivo. Può tornare utile, certo, ma, se così non fosse, andremo ad affrontare il doppio scontro con più carattere e con più voglia di ottenere almeno una vittoria nelle due partite”.

Il Bari di oggi è molto diverso da quello che lasciasti in B nel 2017 e vive un momento di particolare crisi. Da perfetto conoscitore delle dinamiche biancorosse, che consiglio ti senti di dare ai tifosi?

“Se posso dare un consiglio, è quello di provare -per quanto sia possibile- a fare i tifosi, sostenendo la squadra. Una squadra dalla quale sicuramente ci si aspettava qualcosa in più negli ultimi due anni, ma che comunque chiuderà la stagione disputando i playoff. I playoff non sono mai una sconfitta, ma un modo per arrivare all’obiettivo prefissato a inizio stagione. Nel calcio niente è matematico, non è detto che se compri tanti giocatori importanti e spendi più di altre società, a quel punto è sicuro che tu possa salire. In tanti, vedi Lecce e Benevento, hanno navigato per anni il Lega Pro, è un campionato molto strano”.

Hai affrontato tutte le big del campionato da quando giochi nel Bisceglie: quali differenze hai notato tra le altre e il Bari?

“L’unica differenza che ho notato dal campo è stata nella partita contro la Ternana: i rossoverdi hanno dimostrato di fare un calcio superiore a quello di tutte le altre e infatti hanno vinto il campionato con diverse giornate di anticipo. Quanto alle altre inseguitrici -Bari, Avellino, Catania, Catanzaro e Juve Stabia- le ho trovate abbastanza simili a livello di gioco proposto. Molto è stato risolto dai singoli giocatori che in determinate situazioni di gioco hanno fatto la differenza, vedi ad esempio quanto accaduto all’andata, quando un ottimo Bisceglie fu messo al tappeto da una giocata di Antenucci. Alla fine i campionati si possono vincere anche così, non necessariamente come fatto dalla Ternana”.

Quella di domenica, dopo le cinque stagioni e mezzo vissute a Bari, sarà senza dubbio principalmente la tua stagione. Emozionato per questo secondo ritorno al “San Nicola” da avversario?

“Senza alcun dubbio quelli vissuti a Bari sono stati i migliori anni della mia carriera, tra l’altro tutti quanti giocati in B. Risalendo quelle scale prima della partita, dopo averlo fatto centinaia di volte in passato, già l’anno scorso provai miliardi di ricordi. Credo che domenica riaccadrà la stessa cosa, anche se mi mancherà il poter salutare la gente, come fatto poco più di 365 giorni fa ai tempi di Picerno, quando fu emozionante ricevere il saluto del pubblico. Al di là di tutto, però, il tifoso barese deve sapere che è sempre nel mio cuore”.

Gioie e dolori, luci e ombre. Se chiudi gli occhi e sei costretto a scegliere, quale istantanea del lungo periodo vissuto nel capoluogo pugliese decidi di portare con te?

“Come momento più bello, scelgo quella cavalcata di qualche mese combaciata con il fallimento e con la successione tra Matarrese e Paparesta, quando un gruppo di ragazzini reduce da un girone d’andata normale si ritrovò a un passo dalla A con la tifoseria che ci portava in gloria come fossimo idoli. Sono momenti che non ho mai più rivissuto nel calcio e mai più rivivrò credo”.

A chiudere, un salto nel passato e un altro nel futuro. Sei mai stato vicino veramente a un ritorno in biancorosso? E ancora: Cosa accadrà al termine di questa stagione nella tua carriera?

“Mi avevano contattato delle cordate che volevano prendere la squadra dalla Serie D ma che poi non l’hanno più rilevata. Poi non ho mai avuto contatti con i De Laurentiis e con la nuova società. Quanto al futuro, mi sono rimesso in gioco in Lega Pro dopo due o tre anni di carriera abbastanza problematici con l’obiettivo della salvezza e per ora sto pensando solo a quello. Non ho fatto altri discorsi, né con il Bisceglie né con altre squadre. La certezza è quella di voler continuare con il calcio, in questi mesi ho dimostrato di stare ancora abbastanza bene”.

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2 anni fa

Caro Romizi,noi sosteniamo la squadra a prescindere…

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2 anni fa

Mi fate capire il significato della parola “esclusiva”….

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