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INTERVISTA – Carboni: “Bari, ritrova l’identità! Il secondo posto vale tanto”

L’ex allenatore analizza il momento del Bari, l’arrivo di Massimo Carrera sulla panchina e il futuro del campionato

Di difficoltà affrontate a Bari, Guido Carboni se ne intende. Condottiero dei biancorossi dal 2004 al 2006, ereditò una squadra ripescata e conquistò due salvezze non poco sofferte nonostante la contestazione e una rosa scarna.

Guido, serviva la scossa a questo gruppo. Ora tocca a Carrera…

“Era inevitabile. L’arrivo di Carrera porta una ventata di fiducia ma tutto dipenderà i risultati. La squadra deve ritrovare un’identità che nell’ultimo periodo non si è vista. I mezzi ci sono”.

L’esperienza di Auteri a Bari era partita con ben altre aspettative. Cosa è andato storto?

“Il Bari è stato poco continuo e non è riuscito a tenere il passo della Ternana. Poi è arrivato qualche pareggio di troppo e sconfitte pesanti. A Bari, giustamente, c’è poca pazienza perché la voglia di risalire è tanta”.

È vero che vincere in serie C è più difficile che affermarsi in cadetteria?

“Vincere non è mai semplice, in nessuna categoria. A volte capita che squadre di C che salgono, con nuovi innesti, possono puntare alla B. Anche se, alla fine, serve ovviamente una squadra più forte per poter arrivare in A”.

Arriva un ciclo di fuoco per il Bari.

“Con il Monopoli è una sfida alla portata, a Catania è già uno scontro diretto. Ma il Bari deve andare oltre e guardare dritto all’obiettivo: fare più punti possibile e arrivare al meglio ai playoff. Saltare i preliminari ai playoff è importante perché puoi perdere calciatori per infortuni o squalifiche e si giocano gare ravvicinate. A me è successo quando allenavo la Juve Stabia. Ho passato il primo turno e ho perso tre giocatori importanti. Risultato? Al turno successivo, siamo usciti”.

Qual è un giocatore del Bari attuale che sarebbe servito negli anni in cui era allenatore?

“Dico Cianci. L’ho visto dal vivo ed è davvero forte per la C. Se rispetta le aspettative, il Bari ha fatto un gran colpo”.

E un giocatore di quel Bari che potrebbe far al caso di Carrera?

“Ne cito due. Dico Gazzi, calciatore unico per intelligenza tattica. È stato importante ovunque abbia giocato, in A e in B. E poi Santoruvo, lui ci teneva tantissimo. Viveva le sconfitte in maniera drammatica, dava tutto e, a volte, giocava anche in condizioni fisiche proibitive. Una volta, a Catania, giocò con una caviglia messa malissimo. Tutti avrebbero dato forfait, lui è sceso in campo”.

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