Il presidente della federcalcio fa marcia indietro sul pubblico sugli spalti anche in forma ridotta. Diminuiscono le speranze per i galletti che auspicavano la presenza dei propri sostenitori ai playoff di C

La ripresa del calcio dopo lo stop forzato dovuto all’emergenza coronavirus è stata un sollievo per tanti italiani. Il parziale ritorno alla normalità, col pallone che ha ripreso a scorrere sul verde del manto erboso, è un dato da accogliere con gioia. In primo luogo perché ciò significa che l’incidenza del virus è ormai ridotta a dimensioni tali da non costituire più una grave minaccia per la salute pubblica, in seconda analisi perché, si sa, questo sport è in grado di accendere trasversalmente la passione della gente e dopo un periodo duro come quello vissuto tra marzo e maggio si avverte forte il bisogno di un po’ di quella leggerezza che solo il calcio sa regalare a chi lo guarda.

Certo, quello visto in Coppa Italia e nelle gare di A e B giocate finora è molto lontano dallo spettacolo a cui gli spettatori sono abituati ad assistere, sia per i ritmi, più simili a quelli a che abitualmente vediamo durante il pre-campionato, sia per gli spalti vuoti che le TV cercano di camuffare con stratagemmi discutibili. Attualmente, infatti, i tifosi possono assistere alle gesta dei propri beniamini esclusivamente da casa poiché tutte le gare, dalla A alla C, si disputano e si disputeranno a porte chiuse in ottemperanza alla disposizioni governative per tenere sotto controllo il contagio.

Sulla questione riguardante il ritorno del tifo negli stadi, nei giorni scorsi, non sono mancati i pareri di esponenti della comunità scientifica come ad esempio quello del virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene e Medicina preventiva all’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi, il quale ha ipotizzato riaperture parziali degli stadi da metà luglio. Uno scenario che sarebbe decisamente gradito a società come il Bari che proprio in quel periodo sarà impegnato nei playoff di Serie C e dispone di un impianto dall’enorme capienza come il San Nicola, che consentirebbe di rispettare il distanziamento sociale senza problemi. La presenza del caloroso pubblico biancorosso, anche se limitata agli abbonati che sono poco meno di 8mila, potrebbe rappresentare un’importante spinta per la squadra allenata da Vivarini impegnata a rincorrere l’ultimo treno per la promozione in Serie B.

Sul tema era arrivata anche un’apertura da parte del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina che aveva affermato di essere in contatto con i ministeri di Salute e Sport per organizzare e definire le riaperture parziali degli stadi al pubblico. Le parole del numero uno della Figc avevano fatto ben sperare, tuttavia, sembrano essere state smentite o perlomeno raffreddate, da una successiva intervista rilasciata dallo stesso Gravina ai microfoni de La Stampa in cui alla precisa domanda “Quando riapriranno gli stadi?”, la risposta è stata “Quando saremo definitivamente al riparo dal virus grazie al vaccino”.

Una frase che segna un evidente passo indietro rispetto all’ottimismo dei giorni scorsi e che appare in controtendenza con le altre riaperture per teatri, cinema e discoteche consentite dallo scorso 15 giugno. Tutto lascia pensare che anche in presenza di un’ulteriore discesa dei dati relativi ai contagi, la stagione 2019-2020 terminerà senza i tifosi allo stadio.