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Coronavirus, riforma dei campionati sempre più probabile: come si cambierebbe dalla B alla D

Emergono ulteriori dettagli su come muterebbero volto i campionati di calcio italiani dopo un’eventuale riforma delle leghe

L’emergenza coronavirus ha avuto un impatto molto importante sul calcio italiano fermando i tornei e causando gravi perdite economiche. Nei giorni in cui il ritorno in campo della Serie A, salvo imprevisti, sembra ormai essere fissato per la metà di giugno, l’attenzione resta concentrata sulle altre categorie professionistiche, ossia Serie B e Serie C, (i dilettanti, invece, sono stati stoppati definitivamente per la stagione 2019-2020). Per entrambe le leghe, il Consiglio federale ha disposto che venga fatto il possibile affinché la stagione venga portata a termine, sebbene ancora non ci siano certezze relativamente a modalità e date: decisive le giornate del 28 maggio (incontro Governo-mondo del calcio) e del 3 giugno (prossimo Consiglio Figc).

Oltre a pensare a concludere la stagione, ad ogni modo, i vertici del calcio italiano stanno ragionando su come riformare l’organizzazione dei tornei a partire dalla stagione 2020-2021. Nelle scorse settimane, Sportialia lanciò l’indiscrezione della B a 40 squadre divisa in due gironi e della C semiprofessionistica. Nonostante le smentite di Ghirelli, pare che i discorsi sull’eventuale riforma procedano a ritmo sostenuto. Secondo quanto riportato da Michele Criscitiello in un editoriale su Tuttomercatoweb.com, si va verso la messa in liquidazione della Lega Pro, campionato che non avrebbe più la capacità di autosostenersi.

Come noto, la Serie B verrebbe organizzata in due gironi da 20 squadre con promozione delle prime dei due raggruppamenti e la terza promossa sancita dai play-off tra i due gironi. Le retrocessioni sarebbero in totale 6 (le ultime tre dei due gironi). L’altra novità riguarda la spartizione dei diritti televisivi: la quota che percepisce attualmente la Serie C, confluirebbe in quella della Serie B, che da un’eventuale riforma andrebbe a prendere il 10%. Ai club già militanti in B spetterebbe il 6%, mentre a quelli che vi arrivassero attraverso la riforma (ad eccezione delle promosse) andrebbe il 4% dei diritti tv della serie A. Nella nuova B, lo ricordiamo, ci sarebbe sicuramente spazio anche per il Bari dei De Laurentiis.

Con l’eventuale riforma cambierebbero volto anche Serie C e Serie D. La terza serie, che dovrebbe finire sotto il controllo della Lega Nazionale Dilettanti, dovrebbe essere composta da 60 società suddivise in 3 gironi da 20. Di queste, 40 squadre sono quelle che resterebbero fuori dalle 20 promosse in B, alle quali andrebbero aggiunte le 9 promosse dalla D e altre 11 che arriverebbero sempre dalla Serie D, scelte per merito sportivo. La prima di ogni girone andrebbe in B più la vincitrice del play off di ogni singolo girone, per un totale di 6 promosse dalla terza serie alla B. Le retrocessioni in quarta serie, invece, sarebbero 9 ossia le ultime 3 di ogni girone. La serie D, infine, resterebbe composta da 9 gironi da 18 squadre con 4 retrocesse per gironi.

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3 anni fa

Per l’anno prossimo tra serie A B e C in tutto le squadre saranno 60 ,poi vedrete

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