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L’editoriale. Dubbi, paure e stadi deserti: ora bisogna fermarsi

Si vive una situazione surreale: senza gente e senza divertimento non è calcio. Urge una pausa di riflessione.

Ora basta, per favore. Fermiamoci. Riflettiamo. Cerchiamo soluzioni e prendiamoci cura delle persone a cui vogliamo bene. Inutile negarlo. Il coronavirus fa paura a tutti. Perché è un nemico che non conosciamo. Perchè non sappiamo quando ne verremo fuori. C’è chi reagisce meglio, chi è più coraggioso. Ma tutti siamo scossi. Ed in un clima del genere continuare a giocare non ha davvero alcun senso.

Qui parliamo di calcio, lo sport più amato in Italia. Ma il discorso vale per qualsiasi disciplina. Perché lo sport è entusiasmo, passione e divertimento. E’ aggregazione. Che senso ha andare avanti in uno stadio senza gente? Che gusto dà una partita senza cori, senza colori? Così si perde l’essenza del gioco più bello del mondo. Se non si può esultare, se non ci si può abbracciare, se non si può nemmeno litigare (entro il lecito, per carità). Ci sono situazioni in cui lo show non può andare avanti comunque. I calciatori sono ben pagati, è vero. Ma non sono gli attrezzi di un circo. Sono figli, mariti, genitori, persone che in questo momento possono avere mille preoccupazioni. Ed esporli in uno sport di contatto a potenziali contagi non è ammissibile.

Ci sarebbe tanto da dire su Catanzaro-Bari, un classico che ha caratterizzato vent’anni di serie B e che ora va in scena in Calabria dopo 14 anni. Una gara che, se sfruttata a dovere, potrebbe consentire ai biancorossi di cominciare a blindare il secondo posto nel girone C. Una sfida che sarebbe stata vissuta con trasporto dalle tifoserie. Un successo del Bari al Ceravolo forse davvero avrebbe acceso il “priscio” nel rush finale del torneo. Con la posta in palio più alta, la primavera e le giornate più belle, sarebbe gradualmente tornato anche un pubblico più numeroso al San Nicola. Tutto questo non merita di essere strozzato, di essere vissuto come se si fosse sotto anestesia. Fermiamoci, allora. Riprendiamo a vivere la nostra grande passione quando tutto sarà finito. Sicuramente ce la godremo molto di più.

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