Il centrocampista si sta dimostrando pedina fondamentale per il gioco di Vivarini per quantità e qualità e interpretando al meglio tutte le partite

Il suo è un lavoro oscuro ma fondamentale e senza clamori sta dimostrando tutto il suo valore e la sua efficacia nella mediana biancorossa. Raffaele Bianco è tornato l’estate scorsa a Bari dopo la sua esperienza, giovanissimo, con il Bari di Antonio Conte nella stagione 2008/2009. Un ritorno gradito per lui e per la tifoseria che ricordava un giocatore certamente acerbo ma tatticamente ordinato e grintoso.

Cornacchini prima e Vivarini poi l’hanno piazzato come mediano davanti alla difesa a guardia del reparto arretrato. Una scelta azzeccatissima in un campionato, come quello di Serie C, dove serve prima battagliare in mezzo al campo prima di badare allo spettacolo. Bianco, infatti, è un regista atipico che sa impostare con ordine ma non tralasciando forza e concretezza di fronte all’avversario. Quel leader silenzioso che non può mancare in una squadra di terza serie che lotta per la promozione.

In questa stagione biancorossa ha collezionato, fino ad ora, 26 presenze senza gol ma con prestazioni di altissimo livello. Quando non è stato chiamato in causa la sua assenza si è sentita eccome, seppure sopperita dalla verve di Hamlili o Maita, soprattutto in difesa. Il suo ruolo infatti è fondamentale per supportare il reparto arretrato fungendo da vero e proprio schermo e proteggendo la difesa dall’incursione degli avversari.

Bianco è il centrocampista che ogni allenatore vorrebbe avere in rosa e il Bari ha scelto di non farselo sfuggire a breve. In più l’arrivo del suo secondo figlio, nato a Bari, gli darà quella spinta per far ancora meglio e, chissà, essere protagonista in un’annata tutta da ricordare.