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Incidente aereo: addio a Kobe Bryant

Precipitato in California, perde la vita insieme ad altre quattro persone, tra cui la figlia tredicenne, a bordo. Lo riporta Tmz, ne fanno eco i giornali locali. Ci saluta una delle stelle più splendenti che abbiano mai giocato in Nba

Doveva essere una giornata di festa. Si è trasformata in un dramma. Il giorno in cui Lebron James aveva superato Bryant per punti fatti  a Philadelphia, nella città natale di Kobe, con la maglia dei Lakers, che lo aveva reso grande, sarebbe dovuto essere un passaggio di testimone tra due grandi amici. Con questa notizia si era aperta la mattinata italiana. Poi alle 19, 10 am in America, la tragedia. Leggenda già quando era in vita, Bryant è scomparso a 41 anni in un incidente in elicottero in California, nella contea di Los Angeles.

Il veicolo si è schiantato a terra e poi ha preso fuoco. Il primo a riportarlo è il sito Tmz, portale sulla vita dei vip americani, cui hanno fatto eco tutti i giornali locali. Bryant era a bordo del suo elicottero privato, con almeno tre persone oltre al pilota, e tutti i passeggeri sarebbero morti.  Tra le vittime risulta esserci anche Gianna Maria, figlia di 13 anni, che si stava dirigendo con il padre ad allenarsi alla Mamba Academy, centro sportivo di loro proprietà. Il cestista lascia la moglie Vanessa, che non era a bordo del velivolo, e le altre tre figlie Natalia, Bianca e la piccola Capri.

La carriera

Se ne va così, in modo improvviso e drammatico, un atleta che va oltre il basket. Era diventata un’icona dell’Nba, tanto da essere l’unico giocatore della franchigia californiana a cui i Lakers avevano ritirato entrambe le maglie dopo il ritiro (8 e 24). Non rappresentava solo la palla a spicchi, ma era diventato un simbolo di tutto lo sport ed uno dei giocatori più noti di sempre. In questa settimana (22 gennaio) veniva anche ricordato l’anniversario della storica partita, in cui segnò 81 punti. Guardia tiratrice, ma anche playmaker e ala piccola, dal 1999 al 2013 sempre incluso in uno dei tre quintetti dell’All-NBA Team e dal 1998 al ritiro ha sempre partecipato all’ NBA All-Star Game. Aveva vinto cinque anelli, due premi Mvp delle Finals ed uno della stagione regolare.

Fuori dal campo

Bryant viene raccontato come una persona speciale, maniaca del lavoro, fonte di ispirazione per molti grandi cestisti e atleti (tra cui Neymar e Federer). Grandissimo anche dal punto di vista umano, dal 2009 si è impegnato in più campagne a scopo benefico, fondando anche  la Kobe&Vanessa Bryant Famili Foundation. Ha vinto un Oscar per miglior cortometraggio per il fim Dear Basketball e fatto varie apparizion televisive e cinematografiche. Ha avuto anche un passato in Italia, dove è cresciuto ed ha iniziato a giocare per seguire suo padre, anche lui cestista, tra Rieti e Reggio Calabria. Amava spostarsi con quell’elicottero, che fatalmente gli ha tolto la vita. Da giocatore usava il suo Sikorsky S-76 per spostarsi dalla villa di Newport Beach fino allo Staples Center, casa dei Lakers.

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