La stella nascente della Fiorentina ricorda la sua partenza dalla Puglia e racconta del suo duro lavoro quotidiano per raggiungere traguardi importanti
“Forse devo ancora realizzare tutto quello che sto vivendo. Sono felicissimo per me e per la mia famiglia perché dopo tutti i sacrifici fatti, finalmente mi vedo ripagato”. Queste le parole di Gaetano Castrovilli, fantasista della Fiorentina, che oggi vive un momento d’oro in Serie A a suon di prestazioni di campione in erba. Nelle dichiarazioni rilasciate a Passione Bari su Radio Selene, Castrovilli ricorda i primi calci in Puglia e il suo passaggio, fondamentale, dal Bari: “Mio nonno Gaetano mi ha sempre detto che avrei dovuto fare il calciatore e ho fatto bene ad ascoltarlo. Stavo per smettere e lasciare tutto, vedevo la mia famiglia in difficoltà. Zio Nimbo e mister Gigi Nicassio mi hanno detto di non mollare”.
E quei sacrifici hanno dato i loro frutti, costruendo una personalità forte ma allo stesso tempo umile: “Sono felice della fiducia che mi ha dimostrato la società e dell’entusiasmo dei tifosi ma l’umiltà deve essere una chiave per consolidare la mia posizione e la mia carriera”. Anche per questo, per quanto veloce il suo passaggio, è rimasto nel cuore dei tifosi del Bari: “Avevo nonno Gaetano che era tifosissimo del Bari. – ha proseguito Castrovilli – Avverare un suo sogno è stato qualcosa di emozionante per me, lui sarebbe impazzito nel vedermi indossare quella maglia. Penso che mi abbia guardato “da lassù”. Oggi gli direi che darò tutto per lui e la famiglia. Lui mi risponderebbe stringi i denti e vai avanti così. Poi dispiace vedere il Bari in C, seguo la squadra ma sono sicuro che arriverà presto dove merita. Mi scrivono tanti tifosi e sono contento, vuol dire che sono rimasto nel cuore di tanti tifosi baresi e questo mi rende orgoglioso”.
Un presente esaltante e un futuro radioso per Gaetano Castrovilli che deve tanto alla danza ma anche ai consigli dei suoi compagni: “La rouleta, con il giro sulla palla, ad esempio, è un passo. Poi la danza sicuramente mi aiuta nella coordinazione, questo sì. Ma io sono felice quando ho la palla tra i piedi. Ho imparato tanto in questi anni grazie ai miei ex compagni, nei due anni a Cremona. Lì ho limato i dettagli che mi servivano nel recupero palla. La Nazionale? Io incrocio le dita, mi miglioro ogni giorno e lavoro con la stessa fame di sempre. Spero di arrivarci”.