
L’ex tecnico del Bari in un’intervista ha detto la sua sulle componenti che non dovranno mancare al Bari e a Cornacchini per affrontare il campionato di Serie C
L’inizio della nuova stagione calcistica è alle porte: l’11 agosto il Bari scenderà in campo al San Nicola per la prima gara ufficiale della stagione in Coppa Italia di Serie C contro la Paganese. Per l’esordio in campionato, invece, bisognerà attendere il 24 o il 25 agosto, quando i galletti faranno visita alla Sicula Leonzio.
Sul campionato che verrà per i biancorossi, La Gazzetta dello Sport, ha scelto di intervistare Eugenio Fascetti, tecnico che ha guidato i galletti per ben cinque stagioni e mezzo lasciando un ricordo indelebile nei cuori della gente. L’allenatore viareggino conosce bene il campionato di Serie C, avendolo anche vinto alla guida del Varese nella stagione 1979-1980 con il Varese. Da allora il calcio è cambiato molto, ma tante cose sono rimaste uguali come la voglia degli avversari quando di fronte c’è la squadra da battere com’è il Bari quest’anno.
“Quando sei obbligato a vincere devi partire da un fondamentale presupposto: affronterai sempre avversari che si giocheranno la vita in quei 90’. Entrare presto in quest’ordine di idee sarebbe l’ideale per il Bari” è il monito da veterano di Fascetti, il quale non crede assolutamente a una passeggiata per i biancorossi nonostante la rosa nettamente più forte delle rivali: “Per il Bari questo sarà l’anno zero, il più difficile. Perché deve vincere, ha costruito una squadra per centrare l’obiettivo e non può rinviarlo alla prossima stagione. Non solo, deve portarsi addosso la croce di essere ritenuto “favorito”. Del resto, ogni giorno ci pensano i tecnici e i dirigenti dei club rivali a ricordarglielo”.
Fascetti non ha dubbi sul fatto che in Serie C oltre alla bravura tecnica e tattica sia importante anche un atteggiamento votato al sacrificio: “I calciatori con un maggior tasso tecnico rispetto alla media possono ammazzare il campionato. Ma devono anche essere pronti a fare la guerra. Ovvero, devono essere bravi a calarsi nel clima della C”. Un dato ribadito nel caso di un fuoriclasse come Mirco Antenucci: “Fa gol e non è poco. È importante che sia anche umile, come dice Cornacchini. A 35 anni, se è furbo come credo, potrà sfruttare gli errori delle difese avversarie. E in C il numero degli errori è più alto rispetto alla A e alla B. Secondo me segnerà tanto”.
Infine sul collega Cornacchini Fascetti ha aggiunto: “Vincere a Bari non è mai facile, lui ci è riuscito. Se ora preferisce giocare bene piuttosto che vincere fatti suoi, ma non credo la pensi così. Che consiglio gli do? Non dia retta a nessuno, usi il cervello e si tappi le orecchie”.
