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Il personaggio della settimana: Mirco Antenucci

Il bomber biancorosso continua ad illuminare la terza serie italiana. E se gli anni passano, nel suo gioco resta la qualità e la lucidità di sempre

Da quando ha accettato il salto dalla Serie A alla Serie C, Mirco Antenucci ha scelto con determinazione e uno spirito combattivo di rimboccarsi le maniche, a 35 anni, per rifare tutto un percorso e provare a trascinare il Bari nella massima serie. Una scelta di cui non si è mai pentito e che dimostra di saper gestire a suon di gol.

Ed è quasi riuscito a raggiungere il primo step del suo obiettivo già al primo colpo, poi fallito solo in finale contro la Reggiana al termine di un campionato strepitoso dal punto di vista delle realizzazioni. 34 gol in 32 partite, comprese Coppa e Playoff (numeri che l’hanno portato ad essere il giocatore più prolifico del decennio biancorosso). E quest’anno è già a sette gol in tredici presenze. Ma soprattutto è lui ancora una volta il punto di riferimento della squadra, quello con le più grandi qualità tecniche, un giocatore che sembra a tratti compassato e stanco ma che ogni volta tira fuori dal cilindro il colpo da maestro. Come nell’ultima gara contro il Catanzaro, vinta di misura proprio grazie a lui e proprio grazie a un gol strepitoso.

Il Bari in questo momento sta inseguendo una Ternana che non sta sbagliando un colpo, lontana ben sette punti (anche se i biancorossi hanno una partita da recuperare). E la piazza rumoreggia perché vorrebbe vedere i propri colori piazzati in prima posizione. Antenucci, così, ha avuto la sua prima caduta da quando è in Puglia risultando insofferente di fronte alle critiche. Lo sfogo può essere comprensibile ma il bomber molisano deve capire che i tifosi del galletto sognano di vedere i propri beniamini in un percorso lanciato stabilmente verso la vittoria finale. E che vorrebbero finalmente chiudere, una volta per tutte, un decennio fatto di combine, false promesse, avventurieri, fallimenti e speculazioni.

Antenucci ora deve solo pensare a migliorarsi e a fare quello che con passione, orgoglio, esperienza e carisma sta facendo: prendere il Bari per mano e lanciarlo in cadetteria, lì dove il Bari merita di stare per provare a ritornare nell’Olimpo del calcio.

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