È il crepuscolo del primo tempo, il Bari gioca bene come forse mai in stagione ma non riesce a infilare la stoccata giusta. Sembra una di quelle solite serate da Bari, del “vorrei ma non posso” o più verosimilmente “vorrei ma non ci riesco proprio”. Ma quando ormai l’intervallo è alle porte, con il pensiero al possibile assedio della ripresa c’è un corner. Non è un angolo qualsiasi: Sibilli lo calcia bene, la palla spiove in area.
Soltanto Valerio Di Cesare sa che quello non è un semplice pallone, così come migliaia ne avrà visti in oltre vent’anni di calcio. È l’appuntamento con la storia, un treno da prendere “al volo”. Ed eccolo inarcarsi, colpire con tutta la rabbia di questi otto mesi infernali in mezza rovesciata: un fulmine che squarcia la notte del Liberati, l’episodio spartiacque che salva il Bari e condanna la pur volenterosa Ternana. Si fa fatica a vedere il tracciante che spegne la sua corsa nella rete alle spalle di Iannarilli: il resto è soltanto gioia, quasi incredulità, e la corsa verso la panchina e il settore ospiti.
Leader tecnico e caratteriale, entra di diritto tra i totem del club biancorosso paragonabile soltanto a quell’Igor Protti che sfiorò l’impresa di salvare il Bari divenendo capocannoniere in una serie A che comprendeva campioni del calibro di Weah, Vialli, Batistuta. A 41 anni, Di Cesare ha insegnato tanto a tutti i suoi compagni, compresi coloro che hanno potuto festeggiare una salvezza arrivata per merito di un solo uomo. Eroe di altri tempi che, come Bobby Charlton ad Old Trafford e Thierry Henry all’Emirates, meriterebbe un monumento davanti al San Nicola.
Il vanto per Bari non è la serie B, così come scelleratamente proclamato dall’amministratore unico tre mesi fa: è piuttosto avere un capitano così. Il decorso naturale prevede che gli anni passino e resti soltanto la maglia. Ma è altresì vero che i calciatori passano, le leggende no. Loro restano nel cuore e nella mente per l’eternità, al di là dei possibili addii.
Grazie grande Capitano, il tuo attaccamento alla maglia e alla causa del Bari siano di esempio ai tanti giovani che aspirano a diventare campioni.
L’unico che nn si è mai arreso Di Cesare insieme a Sibilli, e , e Benali e Vicari , e Maita.
Da Salentino onore a Di Cesare uomini di un altro calcio bandiere che non esistono più con i colori nel cuore….bravo 👏👏
Vi aspettiamo il prossimo anno per il derby
Bisogna trovare una nuova società.
Da lì bisogna ripartire.
Bari non è Napoli 2.
Miche ie bscie,grande Di Cesare
Deve rigiocare nella prossima stagione
Ritirare la maglia ad vitam