Si conclude l’amara stagione dei biancorossi dopo il doppio confronto contro la Feralpisalò
Non nascondiamocelo: il Bari era un dead man walking. Un uomo morto che camminava, in attesa del colpo di grazia che mettesse fine a una lenta, dolorosa e straziante agonia. Il perfetto finale per una storia da brividi è stata scritta nel silenzio di un impianto enorme, orfano dei tifosi. Un bene, probabilmente, per i calciatori che da molte settimane a questa parte sarebbero stati subissati di fischi impietosi e meritati. La Feralpisalò passa il turno, con merito, ringraziando i biancorossi per così tanta grazia.
Non è servita la tregua dopo l’indecente finale di stagione (undici punti nelle ultime dieci gare), il derby contro il Foggia è stato soltanto un sussulto d’orgoglio puramente illusorio che ha celato le difficoltà di un organico risicato, smembrato e ridotto senza logica ragione a gennaio. I tre nuovi non hanno lasciato tracce, tra panchine, infortuni e prove abuliche mentre, altrove, i calciatori ceduti hanno fatto bene, anche in categorie superiore (Montalto in primis).
Non sono bastati i ribaltoni, le scosse per rivitalizzare una squadra vuota, senz’anima che si è rivelata soltanto un’accozzaglia di singoli che mai è divenuta vero collettivo. Non è bastato nemmeno “lavorare giorno e notte per il Bari (cit.)” per garantire tranquillità e soddisfazione a una tifoseria che da anni aspetta piccole gioie: e non si tratta di scudetti, qualificazioni in Europa ma di una semplice squadra di cui innamorarsi. E invece questo Bari muore così, tra l’indifferenza di un pubblico ormai arrivato a rimanere indifferente davanti all’ennesima cocente e bruciante delusione.
Quello che ciò che più serve al Bari adesso è la chiarezza del suo presidente Luigi de Laurentiis: si indichi con schiettezza il vero legame con il Napoli e quale sarà la strada da seguire, senza proclami puntualmente smentiti dai fatti. Bari ha vissuto altri momenti (tanti) di mediocrità ma è stata illusa fin troppe volte. Si riparta da un allenatore scelto da un direttore sportivo vero, un uomo-mercato che possa essere anche una figura di spicco nello spogliatoio e poi, come dopo un fallimento amministrativo, via tutti (o quasi). Il disastro sportivo di questa stagione merita una rivoluzione: da salvare soltanto Maita e pochi altri.
Per (s)fortuna è finita, il colpo di grazia è arrivato, l’agonia è terminata. Resta da programmare il terzo campionato consecutivo in serie C, un altro record per la storia del Bari di cui non andare fieri.
Una società baciata dalla fortuna e aiutata dal palazzo nel contesto partenopeo…quando invece si misurano con una realtà che ha sempre dovuto sudare x ricevere poco pochissimo si rivelano totalmente incapaci! De Laurentiis lasciate in pace Bari!
È inutile continuare ad offenderlo, lo si fa a chi ha spina dorsale non a quattro smidollati allenati da un altro venditore di fumo!! Mio Dio quanti errori!!
Mandarteli a lavorare(se sono capaci di farlo!!)
Bidone
tutti a casa nessuno escluso compreso la Dirigenza non all’altezza
Ora via tutti….
Cianci è nato stanco…mamma mia che delusione
Mi dispiace dirlo Cianci..non è da Bari..
Potevate far andare avanti il Foggia ………dall’anno prossimo nessuno allo stadio
Buffoni le sceneggiate si fanno a Napoli…..
Mezze seghe, altro che calciatori ????