L’ex tecnico biancorosso ha allenato pure D’Orazio e ha frequentato il supercorso con Auteri. “E’ l’uomo giusto per portare in alto il Bari”.
Bepi Pillon sa molto del nuovo Bari. L’ex tecnico dei Galletti (nella stagione 2003-04, culminata con la retrocessione in C) ha allenato Manuel Marras ad Alessandria (ha militato con i piemontesi dal 2015 al 2017) e lo ha portato con sé a Pescara nel 2018-19 per assaporare la serie B. “Marras è il classico giocatore che ti porteresti ovunque”, afferma Pillon alla Gazzetta del Mezzogiorno. “In un calcio complesso come quello attuale, lui è tra i pochi ad essere micidiale nell’uno contro uno. Senza, al contempo, perdere in altri fondamentali: non si nega in fase difensiva, sa coprire a dovere l’intera fascia. In serie C può essere devastante: soprattutto nel 3-4-3 di Auteri che lo terrà più vicino alla porta: prima era più un uomo assist, adesso ha colmato pure la lacuna dei gol. Nel mio Pescara è stato tra i primi tre per rendimento nell’intera stagione. Ora si confronterà con una grande piazza che può lanciarlo definitivamente. Gli auguro di arrivare in A con il Bari: lui ha i colpi per calcare quel palcoscenico che ai biancorossi spetterebbe di diritto”.
Pillon conosce bene anche un altro volto nuovo del Bari: il laterale sinistro Tommaso D’Orazio, allenato lo scorso anno durante la parentesi di Cosenza: “D’Orazio si è segnalato come un elemento molto utile: spinge con costanza sulla corsia sinistra, ma è anche diligente in contenimento. E’ un laterale più che un terzino puro, ma secondo me all’occorrenza può tornare utile anche come terzo a sinistra in una retroguardia a tre. Il Bari si è assicurato un profilo di grande continuità nel rendimento”. L’allenatore di Preganziol rivela anche un aneddoto su Gaetano Auteri. “Abbiamo svolto il supercorso a Coverciano insieme. Auteri è un allenatore moderno, predica un calcio offensivo, basato su precise conoscenze ed automatismi che devono funzionare al millesimo. In C conta moltissimo l’esperienza nel contesto che si affronta e lui sa perfettamente come muoversi e quali siano le insidie di un torneo forse mai così pregno di piazze blasonate. Bari, però, non può proprio aspettare. La mia esperienza con i Galletti si concluse con il drammatico spareggio di Venezia, ma la C fu poi evitata dal ripescaggio. E per me fu un sospiro di sollievo. Perché una città così passionale ed innamorata del calcio proprio non può militare in una categoria così lontana dal suo prestigio”.