
L’ex allenatore del Bari, oggi al Gubbio, si dice contro la riduzione degli emolumenti per i calciatori di Serie C
Da diversi giorni tra gli argomenti più discussi oltre all’eventuale ripresa volta a concludere i campionati c’è anche quello realtivo al taglio degli stipendi da parte dei calciatori. I salari degli atleti, infatti, costituiscono la voce di spesa più importante nell’economia dei club che a causa dello stop dovuto alla pandemia di covid-19 devono fare i conti con ingenti perdite dai mancati incassi di botteghino e diritti tv (oltre che dal depauperamento dei cartellini dei calciatori). Ad ogno modo è innegabile che tra la Serie A, la Serie B e la Serie C, vi siano differenze sostanziali, con stipendi molto più vicini a quelli dei comuni lavoratori per ciò che concerne gli atleti della Lega Pro.
A tal proposito Vincenzo Torrente, ex tecnico del Bari, oggi sulla panchina del Gubbio, ha preso una posizione nettamente contraria al taglio degli stipendi per quanto riguarda i calciatori di Serie C: “Ho gente che guadagna 1500 euro al mese – ha detto ai microfoni dell’edizione genovese di Repubblica -. Monza, Vicenza, Bari e Reggina sono entità a parte, la vera C siamo noi. Senza 4 mensilità come pagano mutuo e affitto? In C gli stipendi non si toccano. La A deve dare una mano, mutualità. Serve un Fondo di Solidarietà“.
