L’ex attaccante biancorosso ripercorre i momenti della meravigliosa stagione fallimentare e dichiara il suo amore per la città pugliese nella quale tornerebbe senza dubbi

“Finita la ‘meravigliosa stagione fallimentare’ parlai con Paparesta. Avevamo molta voglia di continuare, riferii al Catania, che era proprietario del mio cartellino, che volevo stare a Bari ma la società rifiutò il prestito al Bari. Mi piacerebbe tornare? Assolutamente sì”. C’è ancora grande affetto e attaccamento a Bari nelle parole di Edgar Cani, ex attaccante  biancorosso, ai microfoni di Radio Selene.

La punta della stagione 2013/2014 ha voluto ricordare quella stagione in cui per un soffio è sfuggita la Serie A al termine di una stagione incredibile partita nell’anonimato, proseguita con la dichiarazione di fallimento della società e terminata come grande squadra: “Ci sono ricordi bellissimi – dice Cani – ma l’ultimo giorno a Latina è stato disastroso, non per la prestazione ma per il risultato. Devo dire che tra le due partite di quella semifinale playoff ci sono state scaramucce tra noi ma alla fine ci portiamo a casa tantissimo. E’ stato uno dei più grandi rimpianti della mia carriera. Non ci aspettavamo quel ritorno di pubblico allo stadio e perdere la semifinale e trovare tutte quelle persone all’aeroporto è stato emozionante”.

Intanto anche Cani si trova chiuso in casa, a Milano, per le disposizioni anti Coronavirus. Sta continuando ad allenarsi, ma come tutti gli sportivi anche lui non sa ancora cosa ne sarà della stagione in corso: “Non sappiamo se la stagione continuerà oppure verrà chiusa anzitempo – dice – dipende dalle tempistiche, ora è difficile dirlo e bisogna aspettare la ricerca sulle cure per la malattia. Spero ovviamente che i campionati ripartano e che torni la vita normale di tutti i giorni”.

Lui, albanese, ha apprezzato tantissimo il gesto di solidarietà del presidente Edi Rama verso il Governo italiano: “Il suo discorso mi ha commosso, è un gesto che non mi aspettavo da parte sua. Lui ha detto che l’Albania è uno stato piccolo ma ha fatto affidamento all’animo albanese che pur avendo poco abbiamo un cuore grande”.