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Speranza: “Vivarini ha ragione. Per il Bari ci sono partite in cui serve l’elmetto”

L’ex difensore del Teramo ha giocato con il tecnico abruzzese in panchina, lo conosce bene e sa che i biancorossi possono contare su di lui

“Seguo Vivarini con grande gioia, è un grande allenatore e una grandissima persona. Lui è molto preparato, fa giocare bene le squadre, così come il Bari che è costruito per vincere. E leggere del filotto di 24 risultati utili consecutivi non mi meraviglia affatto”. Ivan Speranza, ex difensore del Teramo con Vivarini in panchina nella stagione 2014/2015, ricorda la sua esperienza ai microfoni di Radio Selene per Passione Bari Extra Time.

“Noi quell’anno avevamo un Ascoli costruito per vincere, eravamo partiti per salvarci e abbiamo fatto un miracolo. – dice Speranza che in quel Teramo era vice capitano della squadra che raggiunse i 24 risultati utili consecutivi – Il mister quest’anno ha ereditato una squadra forte ma è stato bravo a far giocare la squadra nel migliore dei modi. L’unica cosa che posso dire è che il Bari deve mantenere l’asticella alta e non deve mollare. Ora il Bari deve cercare mentalmente di mantenere la pressione giusta”.

Con Speranza, in quel Teramo, c’era un Perrotta giovanissimo: “Ai tempi di Teramo era un ragazzino ma le sue qualità si vedevano. Era un gran professionista, da noi iniziò da terzino sinistro poi il mister cambiò schema in corso d’opera. C’erano tanti ko sugli esterni, passammo al 3-5-2 e lui da centrale di sinistra rese molto bene”.

Speranza, che ora gioca in Serie D nel Pineto, non nasconde il suo apprezzamento verso il Bari: “Io ovviamente faccio il tifo per loro. Il carattere conterà tanto, noi eravamo una squadra operaia nella quale in pochi avevano giocato in C. E per questo do ragione al mister sul tipo di atteggiamento. Ci sono partite in cui serve l’elmetto”. Speranza poi rivela i gesti scaramantici di Vivarini: “Io l’ho vissuto per tre anni e ho conosciuto una persona molto scaramantica. – racconta – Anzi in realtà lo eravamo tutti, l’unico che non lo era era Lapadula. Quando la partita andava bene, si ripetevano delle cose durante la settimana. Ad esempio il torello nelle stesse posizioni e nello stesso spicchio di gioco”.

Come in quel Teramo c’erano Lapadula e Donnarumma, anche in questo Bari c’è una forte coppia-gol: “Vedo i numeri di Simeri e Antenucci, gli attaccanti vanno a nozze con lui. Il suo gioco valorizza la produzione offensiva, ti porta in avanti e a produrre pressione alta. Noi avevamo Lapadula e Donnarumma, Simeri e Antenucci me li ricordano”.

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